Learning Horse 2018: conoscere per cambiare.

 

Il programma di studio Learning Horse, curato da Francesco e José De Giorgio, non rappresenta un mero percorso di conoscenza per sviluppare un impiego più etico di cavalli e altri animali, ma attraverso un diverso e più critico paradigma di conoscenza invita a prendere consapevolezza su alcuni temi attuali inerenti l’animalità e supporta nell’innescare una personale rivoluzione nel quotidiano delle proprie coesistenze con i cavalli, con altri equidi e altri animali.

Quindi Learning Horse rappresenta prima di tutto un percorso personale, all’interno del quale ogni studente struttura un proprio panorama culturale teso a portare un contributo attivo nello sviluppare coordinate di etica animale, nuove idee e moderne attività, nel suo quotidiano personale e professionale. Dopo aver completato Learning Horse, lo studente potrà scegliere di aderire al programma Learning Human, teso a sviluppare maggiori competenze come facilitatore di cambiamento, non solo nella sua sfera personale ma anche all’interno di un network internazionale coordinato da Learning Animals.

La comprensione dei moduli del programma di studio Learning Horse, in particolare dei primi tre, richiede un’importante messa in discussione di alcuni aspetti collegati al nostro comprendere l’animalità, esplorando i limiti della propria area di comfort per vederla crescere modulo dopo modulo. Partecipare a questo programma di studio non è un fatto scontato e lo studente, al momento della richiesta di iscrizione, deve mostra una più che solida motivazione intrinseca in favore degli animali.

I moduli si dipanano attraverso un labirinto di conoscenza la cui guida, che aiuterà a non perdersi, sarà sempre il punto di vista animale. Si passeranno in rassegna critica le principali teorie e pratiche di comprensione, studio e interazione con gli animali, anche attraverso un’analisi delle motivazioni storiche e sociologiche che, sia nel passato che in anni più recenti, hanno portato ad una notevole distorsione sui fenomeni del mondo animale.

Lo studente Learning Horse diventerà così proprietario di una nuova prospettiva, acquisendo una conoscenza solida, centrata, ma in continua evoluzione etica, all’interno di una rete internazionale di colleghi. Gli studenti che hanno completato Learning Horse, in tante aree d’Europa, ma anche del Mondo, e che hanno scelto di restare centrati sui valori di base condivisi durante il corso, senza cedere alle lusinghe dell’antropocentrismo, hanno fatto e stanno facendo sorgere nuove primavere di relazione nei propri contesti personali, come in quelli famigliari, come in quelli professionali, come in quelli di divulgazione e comunicazione, cambiando prima di tutto se stessi e le proprie aspettative, per poi iniziare a proporre iniziative fuori da ogni schema, fuori da ogni territorio noto, ma fortemente centrate dentro se stessi, tenendo conto non del cavallo, ma di quel cavallo, in quel processo di crescita, in quel momento d’apprendimento, in quella relazione.

Per ogni edizione, scegliamo di accettare un numero limitato di corsisti (massimo 12), per garantire forti elementi qualitativi e di reale comprensione e applicazione degli argomenti trattati, anche per prenderci cura di seguire con dedicata attenzione ognuno degli studenti di ogni edizione.

Queste le date dei moduli Learning Horse Italia 2018, che si terrà in Liguria nella sede italiana di Learning Animals:

7/8 Aprile;
5/6 Maggio;
2/3 Giugno;
30 Giugno/1 Luglio;
28/29 Luglio;
1/2 Settembre.

 

Per capire se e come aderire a questa edizione Learning Horse, scrivici liberamente a info@learning-animals.org, si può decidere sia un appuntamento telefonico, sia un appuntamento direttamente dal vivo qui da noi a Learning Animals per una chiacchierata informativa.

Modulo d’iscrizione: Learning Horse Italia 2018

 

‘Quando un cavallo è se stesso’ Seminario di Etica Equina, Piana Crixia, Savona, 18 Dicembre 2016

Piana Crixia, Savona, 18 Dicembre 2016, seminario teorico-pratico di Etica Equina

con Francesco De Giorgio

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Introduzione

Un seminario teorico-pratico con il dr. Francesco De Giorgio, per dare piena luce al cavallo libero da addestramenti, proprietario del suo proprio percepire e del suo proprio pensare, emancipato e quindi più centrato nel suo esplorare il mondo e nel suo apprendere insieme agli altri cavalli, anche nella coesistenza con l’umano. Un seminario dove l’etica animale diventa primo e principale valore, che orienta tutti gli argomenti che verranno trattati e le esperienze pratiche che verranno vissute.
Dove:
Learning Animals
Loc. San Massimo, Piana Crixia, Savona, Liguria

Programma:
09.00 – Registrazione
10.00 – Apertura e introduzione alla cornice scientifica, filosofica e politica di riferimento;
11.00 – Esperienza pratica tra i cavalli, con osservazioni e domande;
12.00 – Riflessioni e spunti per casa;
13.00 – Chiusura

A chi può essere utile:
Questo seminario può essere ricca fonte di informazioni e ipotesi di sviluppo, all’interno di un diverso paradigma di comprensione e coesistenza, per la persona che vive con i cavalli, per il volontario che lavora presso santuari, per il medico veterinario, per il facilitatore professionale di relazione, per il pareggiatore naturale, per il tecnico di tutela e benessere equino, per chi si occupa di interventi assistiti dai cavalli, per il consulente cognitivo-zooantropologico, per chi è interessato ad acquisire conoscenze per una sfera di azione personale, per l’attivista che vuole portare un contributo anche politico, per il docente accademico interessato a fare evolvere il proprio contributo agli studenti, per il consulente filosofico in materia di Animalità, per lo studente in materia di scienze animali che vuole centrarsi, acquisendo un pensiero critico nel vivere il suo percorso universitario.

Quota d’iscrizione:
35 euro, da versare al momento della registrazione in loco.

Info e prenotazioni:
info@learning-animals.org
+39 3457618193

Si consiglia una buona attitudine alla wilderness, oltre che un abbigliamento da montagna, corredato da indumenti impermeabili, cappello e scarpe da trekking.

Il Cavallo Cognitivo a Piana Crixia (SV), 3 Settembre 2016

L’inizio di un nuovo viaggio.

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Patrocinato dal Comune e dal Parco Naturale di Piana Crixia (Savona), il 3 settembre 2016 si terrà il seminario “Il Cavallo Cognitivo” condotto dal dr. Francesco De Giorgio.

Libro comprendere il cavallo cognitivoComprendere il cavallo significa prima di tutto riconoscere il suo proprio valore intrinseco, con l’animale che ritorna ad essere utile a se stesso, proprietario del suo corpo, della sua mente, delle sue emozioni. Questo significa andare anche oltre le sue esigenze etologiche, esplorando anche i suoi piaceri soggettivi e il suo proprio dialogo con il mondo.

Francesco De Giorgio, biologo di grande e lunga esperienza pratica nel dialogo con l’Animalità, autoreOthers del libro “Comprendere il Cavallo”, attivista negli ambiti scientifici, filosofici e politici, che sa coniugare la pratica quotidiana con un pensiero etico moderno, connesso con il fronte internazionale dei diritti degli animali e del riconoscimento del valore intrinseco racchiuso in ogni Animalità, vi guiderà con competenza, vivacità, semplicità e sfrontatezza ad esplorare i principali elementi di etica, soggettività, cognizione e qualità di vita animale, riconoscendo il valore intrinseco di cui ogni cavallo e ogni altro animale è, e deve essere, portatore, custode e proprietario unico.

Piana_Crixia-logoSabato 3 Settembre 2016

Sala Consiliare del Comune di Piana Crixia (Savona)

dalle 18.00 alle 21.00

Quota di
partecipazione: 30, – euro

Informazioni: www.fdegiorgio.com 

Modulo d’iscrizione

L’Animalità, tra Etica ed Etologia con Francesco De Giorgio

Collage animalityA Salerno, sabato 19 Marzo 2016, dalle 16.30 alle 18.00, presso il RistoPub LuNa Vegana, in piazza Sedile di Portanova, vicolo Barriera 6, incontro aperto al pubblico con il dr. Francesco De Giorgio sulle tematiche di animalità, etica animale, soggettività, etologia e cognizione.

Cresciuto a Salerno per poi navigare il Mondo, Francesco De Giorgio è un biologo, specializzato in cognizione animale, ma anche un uomo pratico che vive con una banda di otto cavalli, quattro cani e due gatti, insieme a sua moglie José De Giorgio-Schoorl, presso la loro fattoria nei Paesi Bassi. Francesco De Giorgio è docente e ricercatore indipendente in etica, soggettività e cognizione animale, supportando diversi atenei internazionali. Membro di diverse società scientifiche, culturali, di critical animal studies e che trattano la relazione tra gli umani e gli altri animali. Componente del Comitato Etico ISAE (Società Internazionale di Etologia Applicata). Consulente della Polizia Olandese, nei casi di maltrattamento animale e nei percorsi di recupero cognitivo post-abuso. Francesco De Giorgio si impegna anche nello sviluppare contesti di cultura animale e consapevolezza etica per associazioni di volontariato, rifugi e santuari. I suoi studenti provengono da molte nazioni come Italia, Olanda, Spagna, Kenya, Inghilterra, Germania, Stati Uniti.
“Francesco ha sempre dato il meglio, lavorando con la testa, ma anche con il cuore e le mani, non solo nel suo studio, ma anche con l’acquisizione di conoscenze pratiche, e durante il suo sviluppo culturale è stato in grado di viaggiare, esplorare e scegliere molti eccellenti maestri, diventando il professionista che oggi con il suo lavoro, dimostra di essere. ” Danilo Mainardi , ex-Direttore della Scuola Internazionale di Etologia ( Erice , IT)
Il suo motto: “Esserci senza esserci.”

 

Learning Dog Friuli 2016-2017

Zooantropologia Canina in Pratica. 

Ad Agosto 2016 parte nuovamente il programma di studio Learning Dog di Learning Animals in Italia, in Friuli Venezia Giulia, precisamente a Cividale del Friuli, presso Improntamica Zooantropologia. Un programma di studio fondamentale, che rappresenta un momento di approfondimento d’avanguardia etica nella nostra coesistenza con i cani.

Queste le date degli incontri:

26-27-28 agosto 2016
1-2 ottobre 2016
12-13 novembre 2016
17-18 dicembre 2016
21-22 gennaio 2017
25 febbraio 2017

 

Ma cosa puoi portarti a casa scegliendo di partecipare a questo programma? Quali i benefici di relazione, cognizione e individuali? Quali gli ostacoli personali da superare? Quali voci rendere silenziose e a quali silenzi dare voce? Quali le conquiste all’orizzonte? Quali le nuove prospettive a cui poter accedere nei contesti personali e professionali? Come interconnettersi anche in contesti internazionali? Come rendere concreto ed effettivo un cambio di paradigma? Come dare voce e concretezza applicativa ai moderni concetti di etica animale?

Namid Learning Dog

Le risposte a queste domande sono molteplici ed ognuno di voi lettori e corsisti, ha sue proprie domande con sue proprie risposte. Sicuramente Learning Dog, nell’arco di tutto il suo svolgimento, soprattutto nei suoi momenti iniziali, crea caos e crisi negli umani,  ma che rappresentano importanti momenti da valorizzare, in quanto sono proprio le discussioni con se stessi ed i confronti interiori, che possono portare a significative fasi di consapevolezza, cambiamento e sviluppo verso una diversa coesistenza con la parte non-umana del mondo. Noi ci occuperemo di fornirvi una base sicura durante il corso, per permettervi di esprimere al meglio ogni vostra domanda, ogni vostro dubbio, ogni vostra resistenza, restando centrati su voi stessi e non sulle pressioni sociali indotte dal mondo cinofilo, senza escludere quello antropocentrico in generale.

Namid uovoLa visione antropocentrica del mondo infatti è così profondamente radicata nella nostra società che una vera parità tra umano e non-umano, per la maggior parte delle persone è qualcosa di inimmaginabile o considerata come affermazione eretica. Il concetto di relazione però affascina e per questo spesso mis-interpretato proiettandolo semplicemente in interazioni antropocentriche. Una relazione reciproca richiede più che parole; richiede congruenza etica (pensare e agire con la stessa concezione etica).

Emi and JessieLearning Animals diffonde la conoscenza su un rapporto paritario e sul rispetto delle abilità cognitive negli animali. Coloro che partecipano ai percorsi di formazione di Learning Animals si assumono la responsabilità di prendersi cura della terminologia e conoscenza acquisita, evitando un utilizzo improprio dei concetti e della pratica appresi, solo in questo modo possiamo lavorare insieme allo sviluppo di un’ulteriore consapevolezza nel mondo della relazione tra gli animali umani e gli animali non-umani, per una vera migliore qualità della vita. 10891754_10152610958481943_5347902823185460347_n

Prima, durante e dopo il percorso di studio, Learning Animals non sarà accondiscendente verso i corsisti, ma ispirante e sempre di supporto solo se ci si mostra abili a restare negli stessi imprescindibili valori sottoscritti attraverso il codice etico e che hanno fatto scegliere la partecipazione a questo percorso.

I corsisti che hanno superato Learning Dog (ed anche Learning Horse), in tante aree d’Europa, ma anche del Mondo, che hanno saputo restare centrati sui valori di base condivisi durante il corso, hanno fatto e stanno facendo sorgere nuove primavere di relazione nei propri contesti personali, come in quelli famigliari, come in quelli professionali, come in quelli di divulgazione e comunicazione, cambiando prima di tutto se stessi e le proprie aspettative, per poi iniziare a proporre iniziative fuori da ogni schema, fuori da ogni territorio noto, fuori dalla cinofilia, ma fortemente centrate dentro se stessi, tenendo conto non del cane, ma di quel cane, in quel processo di crescita, in quel momento d’apprendimento, in quella relazione. Learning Dog5

Per ogni edizione, scegliamo di accettare un numero limitato di corsisti (massimo 12), per garantire forti elementi qualitativi e di reale comprensione e applicazione degli argomenti trattati.

Dopo aver superato il programma di studio Learning Dog, i partecipanti potranno accedere anche ai programmi di studio Learning Horse, Learning Human o al nuovissimo Learning Ethics.

Per informarti con noi e per capire, se e come, aderire a questo programma ed agli altri percorsi di studio firmati da Learning Animals, scrivici liberamente a info@learning-animals.org o vedi il programma e la modalità di iscrizione qui: animalinapprendimento.com/cani

Valore Animale | Incontro con il dr. Francesco De Giorgio

Savona, 17 Febbraio 2016, incontro con il dr. Francesco De Giorgio, dalle 20.00 alle 21.30, presso la sede del progetto WIDE, in via Nizza 10/A. Partecipazione gratuita, si richiede comunque una cortese prenotazione scrivendo a info@learning-animals.org

Valore Animale Namid

Ed io mi estinguerò: elogio dell’estinzione.

All’età di quindici anni, quindi tra il 1979 ed il 1980, iniziai a ricercare letture scientifiche che trattassero di animali e natura; uno dei primi libri che acquistai in quel periodo, alle bancarelle dell’usato sul lungomare di Salerno, fu “L’origine delle specie” di Charles Darwin. Sin da subito non mi diede l’impressione di trovarmi dinanzi ad una teoria lineare, schematica, fissista e drammatica (con i concetti tipo “la legge del più forte o della sopravvivenza”), ma mi diede un senso di grande fioritura, grande ramificazione, non lineare, non schematica, ricca di possibilità e possibilismo, in un tripudio di cambiamento continuo fatto di diversità, nascite ed estinzioni.

Le estinzioni quindi come parte naturale di un processo evolutivo possibilista che ti apre lo sguardo e l’orizzonte verso un divenire dell’Universo, non geEstinzionestito da un essere superiore o dalle capacità e incapacità di governi e scienziati umani, ma titolare di se stesso e del suo stesso processo di fermento evolutivo, naturale e, perché no, anche culturale. L’idea invece che le specie non possano avere la possibilità di estinguersi, rappresenta un pensiero fissista, per sua natura antitetico al pensiero evoluzionista.

Sono pienamente convinto che le specie non sono immutabili; ma che tutte quelle che appartengono a ciò che chiamasi lo stesso genere, sono la posterità diretta di qualche altra specie generalmente estinta. Charles Darwin, L’origine delle specie, 1859

Spesso persi nel nostro lamentismo quotidiano, nei nostri beceri interessi sindacalistici e al sicuro tra le nostre risibili frontiere nazionalistiche, ci dimentichiamo di essere un’infinitesima parte del tutto, una parte che potrebbe essere spazzata via nel giro di pochi minuti, non dai fondamentalisti islamici ma, insieme a loro, dalla caduta di un meteorite grande quanto l’Everest o anche di più.

Quindi in questo senso, sarebbe più utile occuparsi di evitare le estinzioni o dare invece attenzione alle soggettività? In alcune regioni del nostro territorio italiano, nel momento in cui si ricorda una persona venuta a mancare si usa riferire all’espressione “caro estinto”, cosa c’è di più darwinistico di questo dolce modo di prendersi cura dell’estinzione, della morte, dell’evoluzione e della memoria. In effetti la soggettività non si estingue mai, ma si trasforma in memoria, una cara memoria. Io posso quindi avere cara memoria di una soggettività del Giurassico, quindi anche avere una cara memoria di una dino-soggettività, con il suo mondo di percezione e con la sua propria giurassica realtà.

Poi ci sono gli animali che si prendono gioco di tutti noi, indipendentemente se siamo fissisti, creazionisti, specisti, finanche se siamo evoluzionisti, come nel caso del lupo-coyote (in inglese chiamato coywolf o woyote) un ibrido, ancora non dichiarato specie dalla comunità scientifica internazionale, che si sta diffondendo nei territori del Nord America orientale. Un po’ come accadde alle ibridazioni e contaminazioni, sempre più confermate dalla genetica, tra la specie Homo sapiens e la specie Homo neanderthalensis.

Così mentre noi ci preoccupiamo dell’estinzione delle specie, alcune di loro si occupano di fare le loro scorribande sessuali ibride, dando luogo a nuove specie, che meglio si adattano ai nuovi contesti di riferimento. Dobbiamo infatti riflettere sul fatto che i fenomeni di estinzione e origine giocano tra loro, titolari di una danza perenne tutta loro, che noi animali umani tentiamo di controllare nel bene e nel male, dimostrando solo una delle nostre più note caratteristiche, la presunzione di sapere, di saper fare e di saper salvare. Per questo, più che dare spazio alle nostre presunzioni, sarebbe il caso di dare spazio alle nostre ed altre soggettività e animalità, prendendoci cura della qualità di ogni esistenza, fino alla nostra naturale estinzione, processo di inizio e non di fine.

Quindi in conclusione, va bene occuparsi, comprendere e studiare le estinzioni, ma in un’ottica cognitiva e consapevole che possa relativare il tutto (in quanto le estinzioni sono parte di un grande e complesso processo evolutivo, che può andare facilmente fuori dal nostro controllo), dando invece spazio a riconoscere ed impegnarsi a comprendere, studiare e rispettare le soggettività, in quanto nostra responsabilità, nostro piacere, nostra evoluzione.

Francesco De Giorgio

A mente libera: antispecismo e addestramento animale

Generalmente le tematiche di antispecismo, tendono a focalizzarsi sullo sfruttamento animale per fini alimentari o di vestiario, con un allargamento alle questioni riguardanti zoo, circhi e delfinari. Seppur giusto questo focus, rischia però di essere molto parziale, in quanto gran parte delle forme di specismo, e con esso di ingabbiamento animale, sono invisibili e riguardano interazioni con l’animalità che apparentemclickerente lasciano vivi e sani i corpi degli animali, facendo rientrare la mente animale in catene di sfruttamenti, abusi e morti invisibili, invisibili anche a chi contrasta le forme di antispecismo più evidente e che paradossalmente spesso diventa specista nel campo dell’addestramento animale. La questione della liberazione della mente animale è molto complessa da affrontare e spesso foriera di incomprensioni e contrasti ed in questo senso rappresenta un campo di battaglia molto più aspro, perché come opponenti non ti trovi solo quelli che deliberatamente ammettono lo sfruttamento della mente animale, anzi questi sono gli opponenti più facili in quanto più trasparenti ed onesti, ma ti trovi a doverti confrontare con tutta una serie di antropocentricità che passano dal welfarismo al behaviorismo, fino ad arrivare addirittura a tutto l’antispecismo-specista che insorge quando si mette in discussione l’addestramento animale. Fior fior di filosofi antispecisti potrebbero discutere per giorni interi sull’esigenza di una sempre più profonda riflessione antispecista, senza accorgersi che proprio a casa loro, nello stesso momento del loro dibattito filosofico, il partner sta facendo svolgere delle sessioni di clicker training al cane che vive con loro, oppure sta studiando degli esercizi di natural horsemanship per il cavallo che hanno in maneggio, oppure sta insegnando al figlio ad allacciarsi le scarpe attraverso l’applicazione della teoria behaviorista dell’apprendimento. E quindi, in questo processo di consapevolezza antispecista come mai, ad esempio, uno strumento invasivo come il clicker e che dovrebbe essere messo al bando insieme a tutto il behaviorismo, trova poco interesse nella battaglia di liberazione animale? Da una parte perché negli anni passati c’è stata una miscomprensione del concetto di rinforzo positivo collegato a questo strumento, assegnando erroneamente un’accezione morale e non funzionale di rinforzo “positivo”, che significa semplicemente che aggiunge qualcosa e non che è più buono di qualcosa; da un altro punto di vista, in quanto producente una comunicazione istantanea ed efficace, è entrato a pieno titolo nella mitologia della comunicazione efficace, che spesso risulta in una deprivazione efficace della mente animale; in terzo luogo, perché rappresenta un potente strumento di modellamento del comportamento animale e meccanizzazione dei processi mentali, quindi utilissimo nel creare comportamenti e stati mentali animali d’interesse per l’animale umano, perfettamente adeguati ad una società a cultura specista e antropocentrica; per ultimo, perché in tempi recenti gli è stato assegnato l’immeritato pregio di strumento cognitivo, utile a sviluppare la mente animale. L’antispecismo può e deve porsi la questione dell’addestramento animale, non può nicchiare su esso o viaggiare a doppio binario del tipo: sono vegano e vesto cruelty-free per motivi antispecisti, poi oggi pomeriggio vado a fare una gara di obedience gentile con il mio cane o di dressage naturale con il mio cavallo. Non hanno neanche senso tutte quelle bizzarre giustificazioni relate ai discorsi sulla domesticazione, che sembrano far derivare gli animali domestici da costole umane e quindi diversi in termini di animalità, del tipo: sono contrario agli spettacoli in circhi e delfinari, sempre per motivi antispecisti, per poi non esprimere un solo dissenso verso attività circensi che cani, cavalli, gatti, pappagalli, conigli, devono vivere ogni giorno, loro malgrado, tra le mura di casa, come scotto da pagare ai “vantaggi” di vivere in stretta coesistenza con l’umano. In questo senso, oggigiorno, abbiamo molti altri strumenti di comprensione e conoscenza dell’animalità, che danno risposta anche molte questioni etiche e dove anzi l’etica animale può dare un forte contributo, anche applicativo, e che possono benissimo rientrare all’interno di un pensiero antispecista, mettendo con forza e trasparenza in discussione l’addestramento animale, per un processo di liberazione anche della mente animale e non solo dei corpi degli animali.

Francesco De Giorgio

Foto dal web

Intelligenza animale non significa imparar le tabelline o saper far le belle statuine

Una tendenza molto presente negli ultimi anni di ricerca sull’intelligenza animale e che, fortunatamente, sta iniziando a scemare anche grazie al sorgere di un nuovo pensiero postumanista e una diversa consapevolezza e capacità critica da parte dell’opinione pubblica, sopravvivendo solo nei corridoi accademici neobehavioristi, è collegata al riconoscimento della mente animale solo quando paragonata a quella umana, con particolare riferimento a quei contesti performativi dove gli umani esibiscono “abilità” mentali standardizzate come far di conto o eseguire compiti. Articoli scientifici e divulgativi tipici di questa via di pensiero tipicamente comprendono l’espressione “come l’uomo”, che va a sottendere che quella tale specie e quel tale animale mostrano un’intelligenza paragonabile a quella dell’uomo. Ora, a parte rilevare l’ovvio antropomorfismo di cui spesso la scienza neobehaviorista si veste, per poi arrogantemente accusare gli altri di antropomorfismo, anche da un punto scientifico moderno questo modo di fare ricerca è piuttosto discutibile, sia sotto un profilo di metodo che di etica animale.

Oltre a questo, tali ricerche apportano confusione più che conoscenza, in quanto si mischiano i concetti di addestrabilità con quelli di intelligenza, che invece appartengono a due campi di studio diversi, spesso antitetici da un punto di vista etico. Ed ecco che si possono vedere test di intelligenza o presunta tale, in cui un cane, un cavallo, un delfino o un gorilla, hanno il bizzarro compito di riconoscere codici, numeri, lettere dell’alfabeto, parole, eseguire esercizi, svolgere operazioni di calcolo ed il raggiungimento del compito indicherebbe la loro abilità di raggiungere l’umano nelle stesse abilità mentali. Il tutto magari supportato dalla presenza dell’amato e onnipresente premio alimentare (peggio ancora se in presenza del clicker) che renderebbe tutto più positivo ed eticamente accettabile, ma che nella realtà ha un impatto sulla qualità di esperienza dell’animale coinvolto nel test ed in definitiva sulla sua qualità di vita, oltre che proprio su quella intelligenza che si vuole studiare creando un enorme bias di natura addestrologica.

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Paragonare le intelligenze tra loro, sia quelle di specie che soggettive, spesso messe su piani gerachico-performativi, rappresenta sempre un esercizio molto pericoloso e che porta con se una notevole dose di fraintendimenti e di impatti sui diritti e sul benessere degli animali coinvolti, sia direttamente in questi test pseudoscientifici, sia indirettamente come conclusioni antropomorfiche, poi riportate nelle applicazioni pratiche. Quindi più che trasformare laboratori di ricerca e aule accademiche in centri cinofili o maneggi di equitazione, si dovrebbe andare a comprendere l’intelligenza animale prima di tutto riferita a se stessa, riferita a quella specie, riferita a quel soggetto e non riferita ai processi di addestramento, educazione e manipolazione della mente animale. Ed in effetti in questo processo, il riconoscimento della soggettività deve avvenire sempre prima del riconoscimento dell’intelligenza, proprio per evitare tutti quegli addestromorfismi attraverso i quali un cane o un cavallo esprimono intelligenze solo quando raggiungono o quasi raggiungono risultati “come li raggiungerebbe l’umano”, solo quando imparano le tabelline o solo quando sanno fare le belle statuine.

Francesco De Giorgio, Learning Animals

Pics from the web.

Francesco De Giorgio | Clinic in Spain

El caballo, tal y como es él

Horses and Human organize in Spain

a Clinic with Francesco De Giorgio

 

Explore how to preserve or recover ‘the horse as he or she is’ taking in account equine subjectivity, cognition and ethics, in the daily coexistence between horses and humans.

Key Words

  • Equine Socio-Cognition
  • Ethics and Quality of Life
  • Equine-Human Relationship

Francesco De Giorgio

Biologist and passionate speaker about animal ethics, ethology, cognition and zooanthropology, Francesco is a human animal who works with his head and his heart and his hands, integrating scientific knowledge into ethical daily practice.

His motto is: ”Be there without being there”.

Here the complete English Brochure of the Clinic in Spain, next 9-10 April 2016

For information: Horses and Human | Rafa Caparrós